La Prima della Scala è un evento unico. Un rito con cui Milano inaugura la stagione scaligera tra una piazza blindata e un parterre di vip d’eccezione. Quest’anno, poi, l’occasione è stata ancora più sorprendente. E non è solo perché l’opera scelta è stata la Tosca di Giacomo Puccini, recuperata dal direttore d’orchestra Riccardo Chailly nella sua partitura originale, mai più andata in scena dal debutto assoluto nel gennaio 1900. Non solo perché la regia di Davide Livermore le ha dato un’impronta pulp alla Tarantino.
Non solo perché chi ha avuto la fortuna di assistervi si è trovato immerso in un kolossal cinematografico, sentendosi catapultato nella scena grazie a una complicata macchina scenica (che, giusto per fare un esempio, ha reso il fatale volo finale di Tosca praticamente reale, grazie a un braccio meccanico invisibile) e non solo per la presenza della leggendaria Patti Smith, tra le prime ospiti ad arrivare alla Scala.
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Questa Prima al Piermarini entrerà nella storia per la vittoria (ma solo numericamente parlando) di ministri, politici e grandi nomi della finanza, tutti riuniti sotto la Madonnina ad applaudire la bravura del tenore Francesco Meli, del baritono Luca Salsi e della superstar Anna Netrebko, alias Floria Tosca, vera primadonna. Sì, non è stata una Prima della Scala piena di star, attrici e celeb, è vero, ma quelle che hanno fatto la loro comparsa hanno brillato di luce propria, primedonne che hanno dato sfoggio di un’eleganza raffinata, di scollature generose mai volgari (Vittoria Puccini in Etro ha superato se stessa), di tessuti preziosi e velluti suadenti, di paillettes color notte (che Greta Ferro in Giorgio Armani ha acceso con un rossetto infuocato e cattura sguardi, se ce ne fosse stato bisogno).
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Con il nero in primo piano com’era giusto che fosse. Con lavorazioni e decori usciti dalle mani di artigiani superlativi. Con mantelli intriganti e un po’ retro, ispirati all’epoca in cui si svolge l’opera pucciniana (vedi Francesca Barra, anche lei in Giorgio Armani, ma anche Stefano Gabbana, avvolto da un tabarro in velluto di seta) e cappotti a vestaglia, indossati sopra gli abiti preziosi. In bianco avorio la divina Carla Fracci; in pantaloni neri, giacca con gilet e immancabile cappello la mitica Patti Smith accompagnata dalla figlia Jesse, perché – per chi non lo sapesse – la sacerdotessa del rock è una grande appassionata di opera lirica ed era molto emozionata di trovarsi alla Scala al cospetto del lavoro del suo amato Puccini, che la incantò quando aveva solo sette anni e alla radio trasmettevano Madame Butterfly.
Tra le altre ospiti non sono mancati (purtroppo) gli azzardi, le piume, i fiori fuori stagione (i papaveri sull’abito di Emma Mercegaglia), le fogge esagerate alla Rossella O’Hara, gli omaggi agli alberi di Natale che illuminano le città (Dvora Ancona si è presentata con un abito di Antonio Riva illuminato da 1000 led che nemmeno l’abete in piazza del Duomo…).
Ma, ammettiamolo, anche questi look sopra le righe fanno parte del rito e movimentano, da sempre, la sera di Sant’Ambrogio, patrono di Milano. Nota a parte per la deputata Maria Elena Boschi, capogruppo alla Camera di Italia Viva, che ha sfoggiato con gran classe un abito di velluto e satin firmato Giorgio Armani. Da applauso.
Noi, di tutti i guest alla Prima della Scala 2019, abbiamo ammirato il piglio di Puccini e Barra, primedonne anche nell’espressione. Abbiamo amato il sorriso sornione di Patti. I gesti eleganti della stella Fracci. La semplicità raffinata della senatrice a vita Liliana Segre. Ma, su tutte, concedetecelo: abbiamo adorato la protagonista, la soprano Anna Netrebko nella sua intensa interpretazione, negli abiti creati per lei dal costumista Gianluca Falaschi. Guardandola, siamo rimasti rapiti e abbiamo capito una cosa: che quando hai una personalità e un temperamento di questo calibro, puoi davvero «Vivere d’arte» e trasmettere, con maestria, la potenza del tuo fascino a tutto ciò che indossi.
PS: Sfogliate la gallery, e capirete come questa capacità non sia cosa scontata.
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