Ammesso (e, in questo momento storico più che mai, concesso) che un tappeto rosso importante e ambito come quello degli Oscar – e quest’anno importante sul serio, considerata la forte carica simbolica a esso associato, in quanto primo, vero, grande evento post (o quasi) pandemia: ripartenza, ottimismo, sguardo rigonfio di speranza al futuro, dell’industria cinematografica, dello showbusiness ma anche della società in genere, che intravvede al di là delle tenebre del Covid-19 una flebile luce di normalità possibile – possa anche essere specchio, a volte fedele, a volte deformante ma pur sempre specchio, di quel che nel mondo sta accadendo (o è appena già accaduto), ecco che dal red carpet srotolato ieri sera per la 93esima edizione degli Academy Awards, sul quale hanno sfilato attori, attrici, registe, registi e artisti in genere della settima arte, un’evidenza ci pare di averla colta.

GUARDA QUI TUTTI I LOOK DEGLI OSCAR 2021:

Laura Pausini in Valentino Haute Couture
Gli orecchini Bvlgari di Laura Pausini
L’anello Bvlgari di Laura Pausini
Carey Mulligan in Valentino Haute Couture
Gli orecchini Cartier di Carey Mulligan
Zendaya in Valentino Haute Couture
Il collier Bvlgari di Zendaya
Vanessa Kirby in Gucci
Il collier Cartier di Vanessa Kirby
Margot Robbie in Chanel
Gli orecchini Chanel Fine Jewelry di Margot Robbie
L’anello Chanel Fine Jewelry di Margot Robbie
I sandali Aquazzura di Margot Robbie
Halle Berry in Dolce & Gabbana
Gli anelli Ridano di Halle Berry
Gli anelli Ridano di Halle Berry
Viola Davis in Alexander McQueen
Gli orecchini Forevermark di Viola Davis
Andra Day in Vera Wang
Gli orecchini Tiffany & Co. di Andra Day
Gli anelli Tiffany & Co. di Andra Day
I sandali Casadei di Andra Day
Frances McDormand in Valentino
Chloé Zhao in Hermès
Amanda Seyfried in Armani Privé
Gli orecchini Forevermark di Amanda Seyfried
I bracciali Forevermark di Amanda Seyfried
Maria Bakalova in Louis Vuitton
Gli orecchini e il collier Moussaieff Jewellers di Maria Bakalova
L’anello e il bracciale Moussaieff Jewellers di Maria Bakalova
Emerald Fennel in Gucci
Gli orecchini Theo Fennell di Emerald Fennell
Gli anelli Theo Fennell di Emerald Fennell
Olivia Colman in Dior Couture
Gli orecchini Chopard Olivia Colman
La clutch Roger Vivier di Olivia Colman
Regina King in Louis Vuitton
Gli orecchini Forevermark di Regina King
Reese Witherspoon in Dior Haute Couture
Gli orecchini Bvlgari di Reese Witherspoon
Gli anelli Bvlgari di Reese Witherspoon
Renée Zellweger in Giorgio Armani Privé
Il bracciale Cartier di Renée Zellweger
Brad Pitt in Brioni
Harrison Ford in Paul Smith
Angela Bassett in Alberta Ferretti
Gli orecchini Chopard di Angela Bassett
L’anello e il bracciale Chopard di Angela Bassett
Yoon Yeo-jeong in Marmar Halim
Andrew Rannells in Paul Smith
Martin Desmond Roe in Dolce & Gabbana
Laura Dern in Oscar de la Renta
Gli orecchini Pomellato di Laura Dern
L’anello e il bracciale Pomellato di Laura Dern
Glenn Close in Giorgio Armani Privé
Gli orecchini Kwiat di Glenn Close
H.E.R in Dundas
L’anello Chopard di H.E.R.
Tiara Thomas in Jovana Louis
Garrett Bradley in Alexandre Vauthier
Isla Fischer in Dior Haute Couture e Sacha Baron Cohen
Gli orecchini e il collier Bvlgari di Isla Fisher
Han Ye-ri in Louis Vuitton e Yoon Yeo-jeong
La clutch Roger Vivier di Youn Yuh-Jung
Marlee Matlin in Vivienne Westwood
Nicolette Robinson in Zuhair Murad
Erik Messerschmidt in Giorgio Armani
Aldis Hodge in Dolce & Gabbana e Regina King
Zaria Simone e Travon Free in Dolce & Gabbana
Darius Marder e Abraham Marder in Dior Men
L’anello Bvlgari di Zaria Simone
Ariana DeBose in Atelier Versace
Sophia Nahli Allison in Valentino
Janice Duncan in Valentino
Trish Summerville in Tony Ward
Leslie Odom Jr. in Givenchy
Fatima Farheen Mirza in Valentino e Riz Ahmed in Prada
Tyler Perry in Giorgio Armani
Marcus Mumford in Dolce & Gabbana, con Carey Mulligan
Celeste in Gucci
La clutch Gucci di Celeste
Kori Rae in Alexander McQueen
Nina Pedrad in Stella McCartney
Daniel Kaluuya in Bottega Veneta
L’anello e l’orologio Cartier di Daniel Kaluuya
Steven Yeun in Gucci
Colman Domingo in Atelier Versace
Jon Batiste in Dior Men
Leslie Odom Jr. in Brioni
L’anello Cartier di Leslie Odom Jr.
Diane Warren in Valentino
Ashton Sanders in Dior Men
Erick Oh in Dior Men
Paul Raci in Dolce & Gabbana
Lakeith Stanfield in Saint Laurent
Dana Murray in Christopher John Rogers e Pete Docter
Yorgos Lamprinos in Dior Men
Kris Bowers e Ben Proudfoot in Giorgio Armani
Valerie Chung in Simone Rocha e Lee Isaac Chung
Florian Zeller in Dior Men
Michael Govier e Will McCormack in Giorgio Armani
Laverne Cox in Christian Siriano
Giuliana Rancic in Rami Al Ali
Carol Ribeiro in Redemption
Erin Lim in Georges Chakra
Raya Abirached in Zuhair Murad
Charlese Antoinette in Rodarte
Zanna Roberts Rossi in Christopher John Rogers
Grace Kennedy Piehl in Rodarte
Lauren Ash in Christian Siriano

Ovvero, che stiamo vivendo – il plurale è d’incitamento, perché al vero motore, che ormai gira a pieno regime, la benzina arriva in buona parte da Hollywood, che su questa sponda dell’Oceano forse molta strada è ancora da fare – un momento di transizione. O di cambiamento vero e proprio. Ma forse la parola vera da scrivere è rivoluzione. Siamo in bilico sul crinale del passaggio, un piede di qua e uno di là. Anzi, un tacco di là e una sneaker di qua.

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Angela Bassett. Foto Getty

Da una parte, a calcare il red carpet con sorrisi – o bronci d’ordinanza – dive in formato Vecchia Hollywood, splendidamente impacchettate in abiti sontuosi, bold, scenografici. Abiti che urlano ai quattro venti – vuoi per i colori ultrapop saturi e vibranti, vuoi per volumi ingombranti in puro mood Eighties, dalle gonne dalla circonferenza esasperata agli strascichi, fino alle spalle ipertrofiche o spaziali, alla Joan Collins giusto per buttare lì un riferimento che renda l’idea – «Eccoci finalmente, ci siamo, ci stavate aspettando e siamo tornate, siamo qui! Ci vedete? Ma come potete non vederci!».

Carey Mulligan. Foto Getty.

Tanta era la voglia di ricominciare il gioco dell’indossa&sfila, tanta era la voglia di abbandonare gli scatti casalinghi – anche se in villone vista a 360 gradi su Los Angeles – per tornare allo show off in presenza, che l’imperativo diffuso è parso un po’ essere: «Ammirateci, non potete non farlo!». Glamour allo stato puro, ma puro inteso come quintessenza, come distillato: al bando fronzoli, perline, ricami, strass (ok, per Glenn Close orecchie da mercante sul concetto), frange e via gingillando, a rimanere sono stati abiti vistosi, eloquenti come punti esclamativi, eye-catching ma a loro modo (perché tutto è relativo) essenziali.

Glenn Close. Foto Getty.

Dall’altra parte (o, in fondo, dalla stessa) l’immensa Frances McDormand da record, alla sua terza statuetta: che fosse un’antidiva – l’antidiva per antonomasia della Hollywood contemporanea, anzi – lo si era già abbondantemente capito, e ben prima che indossasse un paio di sandali Birkenstock gialli lime su quello stesso palco, nel 2019, in qualità di premiatrice sul palco.

Frances McDormand. Foto Getty

Un abito nero al massimo grado di semplicità – firmato Valentino, ma in questo caso l’aggettivo «semplice» ha davvero senso – ma soprattutto l’assenza assoluta di una benché minima apparenza di trucco e parrucco. Acqua e sapone per davvero il volto incorniciato da capelli scompigliati senza finta nonchalance, a ricordarci che c’è anche chi sa davvero, ma davvero, affidarsi in toto alla propria personalità per risultare, in ogni caso, bellissima.

Chloé Zhao. Foto Getty.

Discorso analogo per la vera trionfatrice della serata, migliore regista dell’anno, Chloé Zhao, che all’abito più che understate firmato Hermès abbina trecce effetto hand made e un paio di sneaker bianche. Contravvenendo a quella che è stata una precisa richiesta dell’Academy sul tema spinoso del dress code della serata, affidata a una lettera inviata a tutti gli invitati: niente abbigliamento casual o sportivo, please! Ma vogliamo pensare che il motivo profondo della scelta, anche discussa, di Zhao sia: perché le andava e le piaceva così (come al musicista Questlove andavano e piacevano i Crocs dorati…).

Questlove. Foto Getty.

Che poi, quello della libertà, è un altro leitmotiv ricorrente di questo tappeto rosso. Forse il più significativo.

Viola Davis. Foto Getty.

Liberi i riccioli vivaci e indomiti di Viola Davis e Andra Day, entrambe candidate come migliori attrici protagoniste (e va be’, andrà meglio la prossima volta); libera ancora Day di scegliersi un abito gold con mega spacco, di quella categoria proudly sexy che eravamo più abituati ad ammirare su red carpet più friccicarelli come quello dei Grammy o degli MTV Awards, e che oggi non ci fanno più sobbalzare nemmeno qui (ma le abitudini si cambiano, sono fatte apposta per essere cambiate sostiene qualcuno).

Andra Day. Foto Getty.

Liberi, finalmente, gli uomini di sgommare fuori dai sentieri tracciati da decenni di convenzioni, e di vestirsi – che so – di fucsia da capo a piedi.

Colman Domingo. Foto Getty.

Ma libera anche una bionda produttrice di indossare lo stesso completo, o quasi. Giusto un po’ annacquato. Letteralmente.

Kori Rae. Foto Getty.

Il che non significa, sia messo agli atti, dare la caccia agli smoking – perché Brad Pitt, per dirne uno, in tuxedo ha ancora molto da dire, e in molti sono ancora ben disposti ad ascoltare – bensì poter scegliere cosa indossare.

Brad Pitt. Foto Getty.

Cosa, come, quando e dove si voglia, senza neppure dover spiegare perché. Foss’anche agli Oscar, pensa un po’.

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