Uno spettro si aggira per la moda: il concept. Spesso in formato gigante come Moncler Genius, che per il grande party di presentazione del progetto ha scelto l’ex spazio del mercato del pesce, in una zona industriale di viale Molise, illuminandolo con lanterne gialle. Dove circa 4mila ospiti, tra i quali Will Smith, hanno contemplato da vicino, sottoponendosi a estenuanti code (ma si sa, senza coda non c’è evento) ha un autentico workshop di creatività a opera di sette superdesigners. Da J.W. Anderson a Richard Quinn, l’unico stilista alla cui sfilata abbia assistito la regina Elisabetta II, da Rick Owens a Simone Rocha. Domenica 23 le installazioni saranno aperte al pubblico, un esperimento già fatto lo scorso anno coinvolgendo oltre 12mila persone.
Le note del Bolero di Ravel, lento e ipnotico, hanno scandito il rito più significativo della moda, la sfilata. Interpretata da Alessandro Michele per Gucci come un percorso inside/out attraverso i passaggi che normalmente costruiscono lo show. La zona trucco e capelli con le modelle che ancora dovevano essere preparate è diventata l’ingresso per gli ospiti, dove una tenda copriva e scopriva il palco girevole con un enorme metronomo collocato al centro dello stage simile a un obelisco. Così ogni segreto è svelato, ogni mistero svanisce e ogni dettaglio instagrammabile per chi ne avesse ancora voglia.
Lunghezze
In via di scomparsa il corto e cortissimo mentre il lungo diventa molto lungo, con gonne pantalone che arrivano al polpaccio, stivali al ginocchio anche con inserti di stoffa e sguardo rivolto al passato portano a un’evidente ispirazione Ottocento (Gucci) e perfino Settecento. Con le crinoline, però mini, di Moschino che negli anni Novanta erano state già un’invenzione di Gianni Versace che le aveva definite “mini crini”.
Volumi over
Una tendenza che continua, basta guardare la giacca immensa di Max Mara indossata da Kaia Gerber, i cappottoni in maglia di Missoni, le ruches che movimentano gli abiti dell’Emporio Armani.
Il ritorno di Mick Jagger
È evidente nei tailleur pantaloni completamente ridisegnati (Ermanno Scervino). Scomparsi i leggings, la gamba ha una linea più morbida, soprattutto verso il fondo. La giacca sottolinea il punto vita e il tessuto più amato è il velluto.
E domani?
È il momento di fare una selezione piuttosto che blindarsi in un prodotto, soprattutto gli accessori, confortati dagli algoritmi che “consacrano il designer come imprenditore che sa incrociare la sua visione del mondo con quella del marketing” osserva Eric Briones, coautore di Choc Z. La génération Z, une revolution pour le luxe, la mode e la beauté (Édition Dunod). Ma se l’esigenza che prevale è quella dello show e dell’evento per saturare Instagram, la moda diventa soltanto uno spettacolo, spesso di modesta qualità, nel quale risuonano vuote parole come inclusione. Mai visto modelle così esili, che sembrano pronte a spezzarsi come un rametto.
Giorgio Armani, che a mezzanotte ha telefonato al Sindaco di Milano Giuseppe Sala per capire che cosa fare per la sfilata prevista per oggi, ha deciso di registrarla a teatro vuoto, senza stampa e buyer, e di trasmetterla in streaming sul sito Armani.com, Instagram@giorgioarmani, Facebook@giorgioarmani. Mentre Moncler ha scelto di sospendere la giornata aperta la pubblico. È il segno di un mondo che cambia.
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