Montatura sottile e in metallo, l’inconfondibile doppio ponte e le lenti a goccia che nascondono gran parte del volto: il design degli aviator è unico e caratteristico. Sfoggiati dalle stelle del cinema, dalle icone di stile anni ’70 e dalle celebrità intente ad evitare lo sguardo indiscreto dei paparazzi, questi occhiali da sole godono dello status di accessorio intramontabile da decenni.

All’inizio però erano nati come soluzione ad un problema di natura pratica. Quando durante i primi anni del XX secolo, i piloti iniziarono a raggiungere quote sempre più alte si scontrarono con una nuova sfida. Queste altitudini causavano mal di testa e nausea, oltre che l’impossibilità di vedere senza indossare un paio di spessi occhialini protettivi rivestiti di pelliccia. Stando a quanto si racconta, un pilota americano, un certo John Macready, vide che gli occhi di un collega si erano gonfiati e gelati quando questi, all’altezza di 10.000 metri si era tolto per un solo secondo gli occhialini protettivi che si erano appannati. L’esperienza lo aveva scioccato e, quando instaurò un rapporto di lavoro con la Bausch & Lomb, proteggere la vista dei piloti dall’effetto accecante del sole divenne una priorità assoluta.

Il risultato di questa collaborazione fu un paio di occhiali da pilota di gran lunga più leggeri con lenti verdi che minimizzavano il bagliore e massimizzavano la vista. Furono un successo immediato e alla fine degli anni ’30 vennero messi in vendita al pubblico. Bausch & Lomb li battezzò “Ray-Ban” e creò nuove diverse tipologie di lenti e design pensati per attività come il golf e la pesca.

Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, gli occhiali aviator continuarono ad essere ampiamente usati dalle forze armate con versioni più avanzate impiegate sia nei cieli che sulla terra. Quando, nel 1944, il Generale Douglas MacArthur sbarcò sulla spiaggia nelle Filippine indossava proprio un paio di aviator. Fu un momento immortalato da numerosi reporter ed è l’immagine a cui spesso si attribuisce il merito di aver contribuito a diffondere il modello.

Nel dopoguerra, gli aviator iniziarono lentamente ad essere celebrati sia per la praticità che per il loro potenziale fashion. Oltre a continuare ad essere il modello scelto dall’esercito (e più tardi dalla polizia) e dagli sportivi, col tempo vennero avvistati anche sul volto di personaggi famosi. Basta pensare alla montatura kitsch color oro di Elvis Presley, a David Bowie con la sigaretta che gli penzola con noncuranza dalle labbra, a Paul e Linda McCartney con lo stesso modello in un ritratto di famiglia o a Freddie Mercury nella tipica canottiera bianca e occhiali da sole.

A partire dagli anni ’70, gli aviator vennero adottati anche da tutta un’ondata di splendide donne. Gloria Steinem sfoggiava lenti blu sul palco dei rally femministi. Stevie Nicks incorniciava i suoi aviator con una frangia ribelle. Bianca Jagger abbinava i suoi occhiali ad un elegante tailleur bianco. Charlotte Rampling li indossava con jeans e blazer. Debbie Harry li sfoggiava come una vera rock chick, e continua ad indossarli tutt’oggi come anche Lily Tomlin che ama il potere assertivo di questo modello di occhiali da sole. Sebbene tradizionalmente indossati dagli uomini, sulle donne esprimevano audacia ed erano simbolo della rivendicazione dello stile maschile.

Gli aviator erano, e sono, degli occhiali da sole unici, diversi sia da modelli come i Wayfarer che da quelli a occhi di gatto. Sono inoltre dotati di un’attitudine tutta loro che sembra far intuire, da una parte, arroganza e ribellione e dall’altra un’aria cool e distante. È la stessa energia incarnata da Marlon Brando in giacca di pelle ne ‘Il selvaggio’ o Tom Cruise in ‘Top Gun’. Lo stesso mood creato da Jennifer Lawrence in ‘Joy’, dove gli aviator simboleggiano la brama e la fragilità della sua ambizione.

Oggi esistono modelli di aviator di ogni genere e per tutti i gusti, da quelli vivaci e pop a quelli dalla montatura angolare e futurista. Alla sfilata AI19 di Celine, le modelle apparivano come perfette repliche anni ’70 con stivali di pelle al ginocchio e lenti scure. Miu Miu ha elevato le proporzioni innalzando il ponte tra le due lenti all’altezza delle sopracciglia mentre Emilio Pucci, Emporio Armani, Eudon Choi e Givenchy hanno giocato a reinventare il modello classico. Certo, siamo lontani dalla gloria delle altitudini delle loro origini ma forse un po’ di quella magia ‘volante’ rimane ancora.