La settimana della moda newyorkese si è conclusa, provata dalle defezioni illustri nel tradizionale calendario (assenti nomi come Ralph Lauren e Jeremy Scott) e dalla sovrapposizione tra la cerimonia degli Oscar e la fashion week. Se la città e il glamour ha un po’ sentito la fiacca, qualcuno ha comunque festeggiato: i piccoli brand che hanno potuto sfruttare un’occasione di visibilità maggiore. Ecco cosa è accaduto in dieci punti.
1. Chi va, chi viene
Piuttosto che soccombere alla concomitanza con gli Oscar, Tom Ford ha trasferito lo show da New York a Los Angeles. Il designer nonché presidente del CFDA ha così unito le sue due passioni, moda e cinema, affollando il suo front row che rischiava di rimanere vuoto con star del calibro di Jennifer Lopez, Miley Cyrus, Jason Momoa, Renée Zellweger, Jon Hamm e Jeff Bezos. Anche le atmosfere della collezione si sono adeguate al clima con felpe, fiori, denim per il giorno e pizzi e trasparenze per la sera. Per la prima volta, lo show si è chiuso un abito da sposa. «È un segno di speranza» ha dichiarato. Dopo diciotto mesi di assenza, le sorelle Laura e Kate Mulleavy mettono in scena il ritorno di Rodarte a New York in una chiesa, San Bartolomeo a Park Avenue, riempiendola di vampire. L’ispirazione è il personaggio di Dracula, in pellicola e letteratura. Gli elementi legati al personaggio, come il sangue o le ragnatele, hanno preso una piega tra il romantico e il gotico molto accattivante salutato con entusiasmo dal pubblico e dagli addetti ai lavori.
2. Rihanna e il casual di lusso firmato Fenty
Un inno alla libertà, collettiva, individuale e creativa. Questo è lo spirito che anima la collezione 2-20 di Fenty, il brand disegnato da Rihanna appartenente al gruppo LVMH, lanciata con un party da Bergdorf Goodman in apertura della settimana della moda. La star immersa in un outfit total orange è stata la migliore interprete della sua linea che intende rielaborare grandi classici dell’abbigliamento casual come la tuta, il parka e la giacca di jeans. I protagonisti della campagna firmata dal fotografo Thurstan Redding sono l’imprenditrice culturale esperta di Human Rights Studies Ami Sall, Kai Isaiah-Jamal poeta e attivista per i diritti trans, Alexandra Genova documentarista attualmente impegnata in un lavoro sulla comunità mursi in Etiopia e l’artista e musicista Amrit. Role models by Fenty che dice «il brand è definito dalle persone che lo indossano».
3. Jillian Mercado, il sogno della modella in carrozzina
Ha dedicato la sua prima sfilata alla New York Fashion Week a tutti quelli che come lei si sono sentiti invisibili e non ascoltati. Jillian Mercado, modella e attrice affetta da distrofia muscolare, ha debuttato in passerella nella sfilata di The Blonds con un abito trasparente con ricami dorati e copricapo coordinato. Le parole per descrivere l’emozione del momento per una ragazza cresciuta sfogliando le riviste di moda le ha affidate a Instagram. «Immaginare come sarebbe stato non era altro che un sogno, una fantasia» ha scritto «mi hanno detto più volte che non sarebbe mai stato possibile, che il mondo non era pronto, che il mondo non mi avrebbe dato una possibilità. Ecco questo momento lo dedico a voi».
4. L’omaggio di Nike a Kobe Bryant
Non poteva mandare anche a New York l’omaggio a Kobe Bryant scomparso lo scorso 26 gennaio con la figlia Gianna a causa di un incidente in elicottero. A tributarglielo è stata la Nike in occasione dello show in cui sono state svelate le divise della Tokyo Olympics Collection del 2020. Sei bambini sono usciti sulla passerella indossando le maglie dei Lakers con i numeri 8 e 24 che hanno accompagnato la carriera dello sportivo. «Era uno dei più grandi atleti della sua generazione e ha avuto un impatto incommensurabile sul mondo dello sport e sulla comunità del basket» si legge nella nota diffusa per l’evento «era un membro amato della famiglia Nike. Ci mancherà moltissimo. Mamba per sempre».
5. Sono nate due stelle, le «Cheerleader» di Netflix
Sono state accolte come due star le protagoniste della docuserie di Netflix«Cheer» alla sfilata di Brandon Maxwell. In front row non ci sono stati occhi che per Gabi Butler e Lexis Brumback, le cheerleader del Navarro College le cui avventure sono seguitissime negli Stati Uniti. Non solo è scattata una gara di selfie con le ragazze (Karlie Kloss non si è lasciata sfuggire l’occasione) ma pare che la loro presenza abbia anche strappato un sorriso a Bella Hadid in passerella. Tra l’altro, le due atlete – texane come il designer – non sono state l’unica attrazione dello show: Maxwell ha infatti scelto per presentare la sua collezione all’American Museum of Natural History di New York tra alci, orsi e caribù. Dopo Brandon Maxwell, le sue sono state avvistate anche da Tory Burch. Chissà, magari la prossima stagione abbandoneranno le tute e i pon-pon per i riflettori della fashion week.
.@Navarro_Cheer save me a spot in Daytona ?♀️ pic.twitter.com/kNSYQSdpii
— Karlie Kloss (@karliekloss) February 9, 2020
6. Il «guerrilla fashion show» di Extinction Rebellion
Hanno organizzato una sfilata 100% sostenibile in pochi giorni per protestare contro l’inquinamento generato dall’industria della moda. Dopo Londra, si ribellano anche nella Grande Mela i giovanissimi attivisti di Extinction Rebellion. Smettere di usare il poliestere vergine, diventare carbon neutral entro il 2025, adottare una catena di approvvigionamento circolare e smettere di estrarre risorse non rinnovabili dalla terra: ecco quello che chiedono. «La moda ha molti problemi in termini di sostenibilità ma le persone che partecipano a questi show sono tra le più creative della terra» dice la portavoce newyorkese Sophie Anderson «vogliamo che si uniscano al nostro movimento». Concilianti.
7. Virgil Abloh per Evian
Il genio creativo di Virgil Abloh non si arresta mai. Dopo aver fatto parlare di sé per il bisogno di prendersi una pausa dai ritmi forsennati della moda, non si perde in un bicchier d’acqua e lancia la nuova collaborazione con Evian. Il fondatore di Off-White si inserisce nel fitto elenco di designer che prima di lui hanno messo mano alla bottiglia di minerale (l’ultima in ordine di tempo Chiara Ferragni) facendo però un ulteriore passo in avanti: Abloh ha istituito con Evian una borsa di studio per giovani che si occupano di design e sostenibilità.
8. Una questione di scarpe
Chi alla moda circolare invece sta cominciando a fare attenzione è Eckhaus Latta che ha introdotto in sfilata una piccola rivoluzione: grazie alla partnership con TheRealReal, il marketplace dell’usato di lusso, i fondatori del brand Zoe Latta e Mike Eckhaus, hanno messo ai piedi delle loro modelle scarpe vintage di Prada, Chanel, Gucci, Fendi e Manolo Blahnik. «Lo show dura solo quindici minuti, ci è sembrata un’opportunità per cominciare a parlare di riduzione degli sprechi e sul ciclo di vita della moda» sottolineano.
Ci sono invece alcune novità che donano una spolverata di glam a marchi sportivi e molto conosciuti. Il tradizionale wallabee Clarks si tinge di nero, bianco e argento grazie a Tibi per un’edizione limitatissima in vendita dal 14 febbraio. Dalla sua, Claudia Li nella sua ultima collezione ha messo le perline sui sandali da turista di Teva: per la designer di origine cinese sono un ricordo dei momenti passati da bambina con il nonno scomparso un anno fa.
9. Moda a fin di bene
La settimana della moda newyorkese diventa anche un modo per promuovere attraverso i lustrini dei divi in passerella campagne di sensibilizzazione e prevenzione di importanti patologie. Le sorelle Hilton, Paris e Nicky, si sono fasciate di abiti di strass rossi del designer Yousef Al Jasmi – come previsto dal dress code – per l’iniziativa Go Red for Women promossa all’American Heart Association che si occupa di far luce sulle malattie cardiache delle donne. Le due socialites non erano le uniche a sfilare: con loro vestite anche le cantanti Meghan Trainor e Shania Twain e le attrici Bo Derek, Heather Graham e Robin Givens. È diventata virale negli Stati Uniti invece la sfilata di Bill Nye, il divulgatore scientifico chiamato «The Science Guy», scatenato in pedana sulle note di «Juice» di Lizzo. Nel suo caso la buona causa era il Blue Jacket Fashion Show organizzato per raccogliere fondi per sconfiggere il cancro alla prostata. Hanno partecipato all’iniziativa anche il musicista David Byrne e il modello Alex Lundqvist.
10. Musica live in passerella
Si canta anche parecchio a New York durante la settimana della moda. La passerella è diventata palcoscenico per diverse cantanti che hanno allietato l’evento con i loro pezzi. Tory Burch, impegnata dal 2004 con una sua fondazione che aiuta le donne a fare impresa, ha chiamato Alice Smith per interpretare una versione live di «You Don’t Own Me» una sorta di inno dell’empowerment femminile. La cantante dei Paramore Hayley Williams invece si è esibita a sorpresa portando il suo primo singolo da solista «Simmer» alla «petalosa» sfilata di Collina Strada circondata da eco-hippy e pittoreschi personaggi.
Anche il concerto di Debbie Harry è stato inaspettato a chiusura dello show di Coach. La frontwoman dei Blondie si è impossessata del microfono dopo essere uscita come modella cantando «Dreaming», successo della band di circa quarant’anni fa entrando a capofitto nel mood della collezione. Non ha cantato ma ha stregato i suoi fan (e non solo) la musicista indie Caroline Polachek, incastonata in abito verde di raso disegnato dal duo Carly Mark e Ayla Argentina di Puppets&Puppets, brand che realizza collezione a cavallo tra l’arte e la moda.
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