«Qualcuno di voi si è mai trovato in questa imbarazzante situazione?» scrive Matt Thomas nella didascalia di un video in cui balla Take a Bow di Rihanna in camera sua con un lama di peluche. Suo ‘fratello’ (impersonato dallo stesso Thomas) entra senza bussare, cogliendolo proprio mentre canta la strofa che dice “you look so dumb right now” [sembri così scemo in questo momento].

Chiunque sia stato un teenager potrà immedesimarsi. I ricordi della mia adolescenza negli anni Novanta spaziano dal ballare sulle note di Everybody (Backstreet’s Back) nella mia cameretta dalle tonalità viola con in testa una coppola di Kangol messa al contrario a mia madre che piomba in camera mia mentre sto pomiciando con un enorme poster di Leonardo DiCaprio. Questi penosi momenti dell’età ingrata sono esattamente ciò che la Generazione Z posta per milioni di persone su TikTok, l’app più scaricata dall’App Store nel primo trimestre del 2019.

I video si trovano sotto #cringev, che è stato taggato più o meno 163,4 milioni di volte sull’app, e su centinaia di hashtag analoghi come #embracethecringe, #imcringe e #cringe4life. Intanto #awkward è stato taggato 191,1 milioni di volte, con variabili come #feelingawkward, #sociallyawkward e #awkwardteen. Quasi un decennio dopo che Instagram ha travolto le nostre vite, sembra che la tendenza a pubblicare selfie “perfetti” stia definitivamente tramontando. In un tempo in cui tutti gli articoli riguardanti i giovani e i social sembrano essere incentrati sull’impatto negativo di questi ultimi sull’immagine corporea, sull’autostima e sulla salute mentale, c’era bisogno dei contenuti ‘cringe’ di TikTok.

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La Generazione Z si sente più sicura di sé

«È importante per i giovani sapere che va bene divertirsi senza l’ansia di essere perfetti», dice Syd, una star di TikTok con 1,3 milioni di follower. «Dovrebbero sentirsi autorizzati a esprimersi in qualunque modo desiderino, fintanto che non fanno del male a nessuno». Syd è un quindicenne di Kansas City con i capelli colorati, gli occhi truccati con perizia e le sopracciglia molto definite. I suoi video consistono per lo più nel ballare in camera in modo imbarazzante; in uno si strofina le sopracciglia curatissime sulle note di Confessions di Usher. In un altro è steso sul letto a spiegare quanto certi piccoli gesti sui social possano ferire a livello emotivo. «È chiaro che rompersi entrambe le braccia e le gambe fa male, ma sapete cosa fa ancora più male? Quando la persona da cui cercavi di farti notare inizia a seguirti e poi smette».

Le compilation di video cringe su TikTok hanno cominciato ad arrivare anche su Instagram, diffondendo il messaggio alle masse. Mary Chacanaca, una studentessa diciottenne che vive a Los Angeles, posta i suoi video preferiti su @TikTokCringe, un account aperto a ottobre 2018 che ha già 20.600 follower. «La maggior parte della gente scarica TikTok per scherzo, ma poi finisce per piacergli», dice. «Altri lo vedono come una nuova versione di Vine per il suo humor bizzarro – un tipo di humour che non si vede su altre piattaforme».

Uno dei video ripostati più popolari di Chacanana, con più di 211mila visualizzazioni, mostra un ragazzo che si nasconde da un alieno che fa il twerk. «I miei post più popolari sono sempre quelli che meno mi sarei aspettata», spiega, mostrandomene un altro con 320mila visualizzazioni in cui si vede un ragazzo con un maglione rosa e gli occhiali spuntare dalle scale con la canzone di The Script Hall of Fame in sottofondo. In una maniera o nell’altra, questa generazione ha trovato un modo per ballare davanti al mondo intero come se nessuno stesse guardando, liberandosi da una società che ha sempre detto loro di comportarsi come tutti gli altri.

Matthew Broderick in Ferris Buehler’s Day off , 1986

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Matthew Broderick in Ferris Buehler’s Day off , 1986

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Abbattere gli stereotipi

 Con 11.500 follower su TikTok, l’art director ventenne Luisa Solley si è iscritta al social per i suoi contenuti cringe. «È un tale sollievo per i giovani», mi scrive in direct. «Su TikTok non sei obbligato a fingerti qualcun altro. È una piattaforma in cui tutti possono esprimersi come normalmente non avrebbero osato». Solley apprezza la sua capacità di abbattere gli stereotipi, in particolare il cliché dello stronzo dove ragazzi che una volta erano considerati arroganti e presuntuosi adesso postano video imbarazzanti di loro stessi: «Si riprendono col telefonino mentre cantano in playback con gli occhi socchiusi accarezzandosi il mento – è quasi impossibile guardarli senza sentirsi in imbarazzo!».

Solley era timida a scuola e trova che i contenuti cringe l’abbiano resa più sicura di sé: «Mi vergognavo della mia acne, dei capelli crespi, dei vestiti smessi – erano ciò per cui venivo presa in giro. Non credo di essere mai guarita dalla timidezza, ma questi video mi hanno aiutata ad accettare le parti di me che la società non accettava. È stato un modo per elaborare gli anni davvero difficili della mia adolescenza».

Di recente Solley ha postato un video intitolato Weird Anxiety Things fatto in un periodo in cui i suoi disturbi d’ansia la spingevano a pizzicarsi. Nel video zuma sui segni che le restavano sulla pelle e si fa vedere stesa sul letto con la didascalia: «Vado in bagno cinque volte prima di andare a dormire perché ho paura di bagnare il letto». Solley dice che si è sentita subito meglio dopo aver postato il video per mostrarlo alla comunità di TikTok: «Ho ricevuto commenti che mi hanno davvero aiutata e alcuni addirittura sapevano esattamente come ci si sentiva in quella situazione».

Le persone spesso scherzano sui ricordi dolorosi della loro giovinezza perché in retrospettiva è più facile vederne il lato comico (anche se allora non ridevano affatto e una parte di loro non ride nemmeno adesso). I video cringe sono una nuova forma di espressione perché non sono aneddoti patinati del passato – sono analisi di come ci si sente a essere un adolescente.

Tom Cruise in Risky Business, 1983

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Tom Cruise in Risky Business, 1983

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Anche se non è ‘cool’ – è cool

«Sto cercando di suggerire a tutti di usare il dolore come elemento di forza perché nessuno ha una vita perfetta,” dice Varli Singh, una donna fuori dalla fascia d’età dei Centennials ma il cui account su TikTok è seguito da 919.300 persone. Un teeneager che conosco descrive Singh come «la TikToker più cringe di tutti. Non ha la nostra età ma i ragazzi la trovano molto divertente».

Singh non s’identifica con il termine “cringe” e non lo utilizza tra i suoi tag. I suoi video spesso hanno per protagoniste le sue figlie e sono delle specie di sketch comici pieni di messaggi positivi sui pericoli dell’alcolismo, delle droghe e del bullismo.«I miei giovani follower si sentono ispirati da me perché non ho mai permesso a nessuno di umiliarmi o di impedirmi di fare quello che mi piace», dice. «Il mio coraggio e la mia grinta hanno motivato questi ragazzi e li hanno spinti ad andare avanti a dispetto di tutto il male che ci circonda».

La sensazione diffusa tra i media e i Millennials è che la prossima generazione sarà distrutta dai social network e dallo stile di vita irraggiungibile di Kylie Jenner e compagnia; i contenuti cringe però sembrano suggerire altrimenti. «Questi video sono diventati mainstream», spiega Taro Shimada, direttore di ON ROAD, un’agenzia di ricerca strategica sui giovani e le comunità virtuali. «Anche se non è “cool”, lo è. È un movimento che permette agli adolescenti di esprimersi in libertà».

A giudicare dai video che questi ragazzi postano, forse è ora di considerare la possibilità che se la caveranno.