Gucci si protende con sempre maggior entusiasmo verso i mondi paralleli e affini dell’arte, del cinema e della musica, inglobandoli nei suoi ricami estetici e dedicandovi progetti speciali e ad hoc. Fra questi, The Performers, avviato nel 2017 in collaborazione con Condé Nast, rappresenta l’acme sentimentale fra la maison fiorentina e l’inventiva della produzione contemporanea, in un tributo all’immagine catartica della creazione artistica.

L’atto IV della terza stagione di **The Performers **ha come primo mobile la figura di Natasha Lyonne, attrice, autrice e regista poliedrica che il grande pubblico può attualmente apprezzare nella serie tv Russian Doll. Sardonica nel suo anticonformismo, anti-eroina punk che resuscita l’ideale di principessa in anfibi, Natasha Lyonne è il ‘Doriforo’ di Policleto di Alessandro Michele, l’incarnazione di un canone, chiasmo di colori e texture dalla chioma rossa fuoco alla pelle avorio.

«Quando non sto creando e cambiando, faccio finta di creare e di cambiare, il che poi finisce per creare la finzione» – afferma Natasha Lyonne.

Courtesy Gucci
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Diretta dalla regista Amy Seimetz, l’artista statunitense attrae lo spettatore oltre il sipario della domesticità, avvicinando il quotidiano all’assurdo dadaista. Un ascensore si apre su una tonaca color porpora bordata di piume nere, cardinalizia nella sua struttura triangolare; uno specchio riflette una tiara con dettagli dorati, due foglie come gocce di crisma ricadono sulla fronte dell’attrice, e il dramma della lavastoviglie si veste di un completo a motivo check, rendendo meno ordinaria la banalità dell’abitudine – come sfondo, quattro mura nate da un parto bizzarro, una visione anni Settanta, una cinematografia fra Luis Buñuel e Stanley Kubrick.

Courtesy Gucci
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**The Performes **è un’immersione totale e totalizzante nell’universo Gucci e nella visione onnicomprensiva della moda contemporanea, che rende se stessa il riverbero del fermento e dell’estro della società, condensandosi nell’immagine di una donna genio e ribelle per cui la nascita dell’arte altro non è che un atto di autodeterminazione.

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