In Occidente, siamo talmente abituati all’attuale divisione di giorni, mesi e anni che difficilmente ricordiamo che prima di arrivare a questa convenzionale forma di calcolo del tempo erano per lo più i ritmi della natura a scandire il passare del tempo. Dal XIV secolo, per esempio, il metodo diffuso in Italia era quello della cosiddetta «ora italica», sistema secondo il quale la giornata era divisa in 24 ore della stessa durata, che venivano numerate a partire da mezz’ora dopo il tramonto (quando le campane suonavano l’Ave Maria).
È a questa vecchia tradizione che si ispira, appunto, Dolce & Gabbana per alcuni modelli di quello che, al momento, è da considerarsi il suo lancio più importante di sempre nel mondo delle lancette: la linea Manifattura Italiana.
Dedicati alle grandi città delle quali portano i nomi, i nuovi modelli sono il frutto del lavoro congiunto di artigiani italiani, che hanno lavorato agli aspetti decorativi di ciascun pezzo, e di maestri orologiai svizzeri, che invece garantiscono l’efficienza meccanica di calibri rigorosamente Swiss Made.
Già, i calibri: con questa nuova famiglia Dolce & Gabbana presenta infatti il suo primo movimento di manifattura nato in collaborazione con la ginevrina MHC Manufacture Hautes Complications di Pierre-Laurent Favre: il DG 01, proposto anche in una seconda versione che – ispirandosi, appunto, alla «vecchia» ora italica ancora rappresentata negli orologi del Duomo di Firenze e della Torre dell’orologio di Piazza San Marco a Venezia – offre una visualizzazione dell’ora sulle 24 anziché sulle 12 ore.
Destinati a uomini che hanno voglia di distinguersi e il coraggio di osare un gusto più sorprendente e meno convenzionale, i nuovi orologi della collezione Manifattura Italiana sono realizzati in edizione limitata: solo 13 esemplari per modello.
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