Alcuni capi esposti alla mostra di Dior al Victoria and Albert Museum di Londra nel 2019
Tra i grandi gruppi della moda e del lusso al mondo il maggiore è LVMH che possiede Louis Vuitton, Fendi, Dior e Celine, ma anche Loro Piana, Givenchy, Emilio Pucci, Mark Jacobs, Kenzo e altri brand del fashion nonché una pletora di altri marchi di vini, orologi e gioielleria (ha recentemente acquisito anche Tiffany & Co.), profumi e cosmetici, fino alla distribuzione (anche Sephora ne fa parte). Nato nel 1987 il gruppo comprende 75 maison. LVMH conta 156.000 dipendenti in tutto il mondo e ha chiuso il 2019 con un fatturato di 53,7 miliardi di euro. A dare un volto al Gruppo è il suo Presidente, il francese Bernard Arnault che si gioca quotidianamente con Bezos di Amazon e Gates di Microsoft il titolo di uomo più ricco del Pianeta. Con la sua guida Luis Vuitton ha toccato record mai visti prima e così anche Celine, con l’arrivo di Hedi Slimane.
Certo, come tutto il comparto, soprattutto un gruppo del lusso come LVMH risentirà degli effetti del Coronavirus sui mercati (soprattutto su quelli asiatici, che per il gruppo rappresentano oltre metà del mercato). Negozi chiusi in tutto il mondo, produzione bloccata quasi ovunque e Borse in picchiata stanno mettendo a dura prova il mondo dell’alta moda e del lusso. Ma le previsioni di mercato descrivono LVMH come una delle aziende più solide del settore, soprattutto grazie ai risultati del 2019, anno che ha registrato un incremento del business del 15%. Dunque potremo probabilmente attenderci nel breve futuro, se non operazioni di acquisizioni come la recente di Tiffany, una tenuta del Gruppo, almeno a fronte della progressiva riapertura del mercato cinese.
Sfilata Dior Haute Couture Primavera- Estate 2020
Il gruppo che ha fatto volare Gucci
Secondo gruppo al mondo del luxury è Kering. Nel suo portafogli Gucci, Saint Laurent, Balenciaga, Bottega Veneta, Alexander McQueen e molti brand di gioielleria tra cui Pomellato e Boucheron. La multinazionale francese guidata da François-Henri Pinault ha chiuso il 2019 con 15,8 miliardi di ricavi, Gucci vola, ma anche gli altri brand sono in crescita.
Ma sui risultati ha pesato soprattutto la maxi multa che il Gruppo ha dovuto pagare proprio al fisco italiano: 1,250 miliardi di euro per porre fine a un maxicontenzioso fiscale nato da una indagine della Guardia di Finanza. Nonostante i rumors di un incontro tra Pinault e Miuccia Prada e diversi contatti tra il manager e Remo Ruffini di Moncler, il Presidente ha dichiarato di non prevedere altre acquisizioni in questo momento.
Gucci Cruise 2020
Grandi gruppi della moda: gli svizzeri del lusso
Più lusso che moda, il Gruppo Richemont è una holding finanziaria, quotata alla Borsa di Zurigo e con sede a Ginevra, che riunisce marchi come Cartier (maison leader del gruppo), Van Cleef e Montblanc ma anche IWC Schaffhausen, Jaeger-LeCoultre, Panerai, Piaget, Vacheron Constantin. La maggiore casa di moda in seno al gruppo è Chloé.
Con oltre 10 miliardi di euro fatturati nel 2017 e oltre 30.000 dipendenti, il Gruppo Richemont radica la sua identità di prodotto dei brand o maison prevalentemente nell’alta orologeria e nella gioielleria. Cartier, maison gioielliera numero uno al mondo, da sola realizza quasi la metà del fatturato dell’intero gruppo. Uno dei tratti distintivi del gruppo per lo sviluppo delle maison sta nel concedere una certa libertà e autonomia ai marchi, consentendogli di seguire il sentiero di crescita più congeniale ai valori e alle tradizioni del brand. A inizio 2018 Richemont ha effettuato l’acquisizione di Yoox Net-A-Porter.
Uno scatto dal video “How far would you go for Love?” di Cartier
I brand in mano agli USA
Negli Stati Uniti Michael Kors (4,7 miliardi di dollari di fatturato) è uno dei gruppi di riferimento a cui oggi fanno capo i marchi Michael Kors, Jimmy Choo e il recentemente acquisito Versace (per 2,1 miliardi di dollari nel 2018).
«Questa è una pietra miliare per il nostro gruppo – ha commentato John D. Idol, chairman e ceo di Michael Kors -. Per oltre 40 anni Versace ha rappresentato l’emblema del lusso italiano e siamo entusiasti che entri a fare parte della nostra famiglia di luxury brand. Investiremo sulla crescita per un marchio che crediamo sia in grado di superare i 2 miliardi di dollari di vendite. La forza di Michael Kors, unita a quella di Jimmy Choo (rilevato da Michael Kors Holdings per circa un miliardo, ndr) e ora di Versace, è la base per futuri anni di crescita a livello di turnover e utili». Donatella Versace continua a guidare la visione creativa dell’azienda.
Le maison “indipendenti”
Sono pochissime le maison italiane rimaste all’interno dei nostri confini. Valentino da quasi otto anni fa capo alla famiglia dell’emiro del Qatar, e Ferrè dopo varie peripezie è stato rilevato da un gruppo di Dubai. Roberto Cavalli è passata l’anno scorso in mano alla Damac del finanziere di Dubai Hussain Sajwani.
In Italia è rimasto il Gruppo Prada, che detiene anche i brand Miu Miu, Church’s, Car Shoe e Marchesi 1824. Poco più di 13.000 dipendenti e 3,3 miliardi di fatturato è più piccolo rispetto agli altri tre colossi ma mantiene una cultura e una grande donna al timone, Miuccia Prada, che per ora non ha ceduto alle avances dei grandi del lusso. Non abbandonano i confini anche il gruppo Armani (2,6 miliardi di fatturato), Moncler (in mano all’imprenditore italiano Remo Ruffini dall’acquisizione nel 2003, 1,4 miliardi di fatturato), Ermenegildo Zegna (1,1 miliardo di euro). Così come Chanel ed Hermès in Francia e Burberry Group nel Regno Unito.
The post Da LVMH a Kering: a chi appartengono le maison di moda appeared first on Amica.
ARTICOLO TERMINATO!
E come sempre ti raccomandiamo: se hai domande,dubbi, chiarimenti di qualsiasi tipo, scrivici nei commenti o lascia la tua valutazione! Il team di gomoda è al tuo servizio per la scelta del prodotto migliore. Un saluto!