Amarsi mai, per chi si detesta come noi. Cristiano Ronaldo, Leo Messi. I due dioscuri del calcio dei nostri tempi, due moderni Ettore e Achille, o cambiando territorio Steve Jobs e Bill Gates, ecco, facciamo Beyonce e Rihanna, le due pop star, con tutti i loro vizi, vezzi, tic e invidie più o meno celate. La vittoria del 6° Pallone d’Oro da parte di Leo Messi (CR7 è fermo a 5) non ha fatto altro che aumentare la distanza tra i due fuoriclasse del pianeta-calcio. Cristiano Ronaldo – come è solito fare quando non vince – ha disertato la premiazione a Parigi, preferendo il meno prestigioso «Galà del Calcio Italiano», dove un premio lo attendeva.

Cristiano Ronaldo vs Messi in numeri

Cristiano Ronaldo a febbraio 2020 compirà 35 anni, Leo Messi a giugno ne farà 33. Da oltre dieci anni il mondo del calcio è sotto la loro dittatura. Così uguali, così diversi. Rappresentano due modalità che si specchiano l’una nell’altra, riconoscendosi nei contorni più che nella sostanza. Se Messi celebra la straordinaria e miracolosa imperfezione del calcio (da bimbo era piccolo, fragile, malato), Cristiano ne esalta la perfezione e lo fa attraverso la cura di un corpo statuario, già in posa per la storia; un corpo costruito goccia dopo goccia di sudore, sacrificio, tempo passato in palestra a lavorare sui muscoli. Messi è stato baciato dalle divinità del calcio. Quando tocca il pallone, la bellezza si manifesta in tutta la sua armonia. Fin da ragazzino tutto gli viene facile, come se ci fosse un disegno divino a guidare le sue gesta. Cristiano invece si è conquistato ogni centimetro della sua gloria, l’ha fatto salendo su un piedistallo che egli stesso ha costruito. Non è particolarmente dotato dal punto di vista tecnico, ma nessuno lo batte nella capacità di puntare un obiettivo e raggiungerlo.

Cristiano Ronaldo vs Messi, storie diverse

Nei due fuoriclasse riecheggia una rivalità che pare più antica, entrata non a caso nell’immaginario collettivo per la straordinaria potenza evocativa degli eserciti dei critici e dei tifosi che in tutti questi anni si sono schierati ora dalla parte di Messi ora da quella di Cristiano Ronaldo. Se avete presente, Achei contro Troiani, in una guerra sportiva che dura da più di dieci anni. Da un punto di vista della comunicazione sono all’opposto. Messi appare timido, impacciato, desideroso solo di rifugiarsi nella tana casalinga costituita da moglie e figli; Cristiano riempie di sé la scena, è abituato al red carpet, ci sguazza, lui; armato di una considerazione di sé altissima («Sono il migliore al mondo», ha ripetuto più volte confortato dal coro di familiari, amici ed entourage) che nasconde – e non potrebbe essere altrimenti – una fragilità antica, quella del figlio che non ha mai avuto un rapporto con suo padre, perso nell’alcol e morto troppo presto per godere delle gratificazioni e dei benefici della celebrità del figlio.

FIFA Ballon d’Or Gala 2014

Philipp Schmidli

Cristiano Ronaldo vs Messi, qualcosa li unisce

Cr7 e la Pulce (che persino nei soprannomi stanno all’opposto: Cr7 starebbe bene in un cyber-film in 3D, la Pulce in una favoletta da fate la nanna, ninna è ninna o) sono come le ciliegie: uno (at)tira l’altro, uno tira fuori dall’altro il meglio o il peggio, a seconda delle lune. Cristiano si fa forza con il suo talento superbo, Messi con la sua classe lieve e pollicina. Nella loro carriera hanno vinto tutto (o quasi). Messi l’ha fatto con due sole maglie, quella dell’Argentina (in verità in nazionale soffre l’ombra di Maradona) e quella del Barcellona, «mès que un club», la società a cui ha legato la sua vita. Cristiano invece è uno spirito più libero e più inclinato al vagabondaggio calcistico: Sporting Lisbona per prendere il volo, Manchester United per affermarsi, Real Madrid per essere incoronato re del mondo e Juventus – oggi – per rincorrere l’eternità, vincendo ancora qualcosa. Cristiano con il Portogallo ha vinto un Europeo e una Nations League, Leo con l’Argentina ha raccolto poche soddisfazioni: un oro olimpico a Pechino nel 2008. Il Mondiale per entrambi è ancora una chimera.

La magia di Cristiano Ronaldo e Messi

Pensarli riuniti in un solo giocatore ci condurrebbe nella terra dei sogni, dove un essere mostruosamente meraviglioso delizierebbe il mondo intero al di là degli schieramenti di chi ritiene l’uno superiore all’altro. Ma tutto ciò non è possibile. Messi e Cristiano Ronaldo sono destinati ancora per un paio d’anni a darsi – sportivamente – battaglia, confermando la loro diversità, la loro unicità, la loro marcata differenze. Eppure: nello scintillio sinistro degli occhi affamati di gloria di Cristiano Ronaldo e nella sonnolenta pigrizia che galleggia nello sguardo placido della Pulce Messi, vi è nascosta la medesima magia. Quella del calcio quando diventa il gioco più bello del mondo. È una magia che si manifesta in modo diverso, ma la natura è la stessa.