Sono bastate poche, pochissime stagioni – Daniel Lee è approdato alla griffe come direttore creativo nel luglio del 2018 – per riportare Bottega Veneta nell’olimpo della moda. In quell’empireo dove il desiderio incontra lusso, al quale pochi brand possono ambire. Là, dove le liste d’attesa si fanno di mese in mese più lunghe (provate a volere una Pouch bag, e scoprirete che non è poi così immediato possederla).
IL VIDEO DELLA SFILATA:
Al di fuori da ogni blasfemia e senza scomodare i santi, possiamo però affermare che i miracoli esistano, anche nella moda. Ma possiamo anche affermare che avvengono là dove, prima di tutto, c’è un’idea ben precisa e chiara di stile, una riconoscibilità inequivocabile, una cifra peculiare e il più possibile identificativa. Come la sfilata della collezione Autunno-inverno 2020/21 della griffe, la più attesa della quarta giornata della Fashion Week di Milano, ben dimostra.
LE SCARPE PIÙ BELLE DELLA FASHION WEEK DI MILANO:
Il caso della nuova era di Bottega Veneta, in questo senso, è da manuale. Chi si aspettava una nuova Céline alla Phoebe Philo (perché Lee da quell’ufficio stile arriva) è rimasto deluso e allo stesso tempo soddisfattissimo. Perché la nuova strada intrapresa dalla griffe è un’altra, anche se suona in armonia con quella. Non si è cercato, insomma, tanto di replicare un successo puntando sull’effetto nostalgia, quanto di creare un universo che potesse essere in sintonia con quella categoria di donne, colte, diversamente femminili, intriganti e al di fuori delle tendenze, che avevano decretato l’exploit senza precedenti della griffe che ora, sotto Hedi Slimane, ha perso il suo accento (Celine, oggi).
LE BORSE PIÙ BELLE DELLA FASHION WEEK DI MILANO:
Lusso minimalista: vogliamo definirlo così? Vogliamo, perché di questo, a tutti gli effetti, si tratta. Ma con una (decina) di marce in più. Le linee (allungatissime) sono semplici, nette e pulite. Il decoro quasi bandito, se non relegato (si fa per dire) in certi piccoli dettagli dalla preziosità assoluta. La femminilità inusuale e sorprendete, vedi alla voce spalle nude, o nell’interpretazione del tutto personale del leitmotiv (ricorrente su tante passerelle, questa stagione) delle frange. Il colore usato in modo raffinatissimo: accanto al nero e ai neutri più anomali, zampate di nuance acide e cariche. Le lavorazioni sorprendenti, tanto da lasciare quasi interdetti, prima che completamente conquistati, come nel caso dell’intrecciato che, questa volta, si presta ai piumini.
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E se quest’Autunno-inverno a farla da padrone sono stati i suoi anfibi onnipresenti, per il prossimo puntiamo tutto sulla reinterpretazione degli stivali texani. Facile, forse troppo facile, prevederne il successo.
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