Con i capelli pettinati all’indietro e il cappotto nero che gli arriva fino ai piedi, Álvaro Rico si guarda intorno con fare curioso. Circondato dalle mura rosso fuoco e dalle borse Furla esposte all’interno del Teatro San Girolamo di Milano, la giovane promessa del cinema spagnolo gira tra i pouf di velluto e i neon fucsia sistemati al centro della sala in maniera disinvolta, scambiando chiacchiere e convenevoli.
Il ragazzo, 24 anni e quasi 4 milioni di follower su Instagram, è ospite d’onore del marchio fondato da Alberto Furlanetto nel 1927, un’icona dello stile italiano che Álvaro interpreta alla sua maniera. «Devo confessare che ho sempre avuto un debole per la moda italiana. Con Furla, un brand che già conoscevo e che mi è sempre piaciuto molto, si è subito stabilita una connessione molto positiva, molto bella» racconta il ragazzo scortato da un carosello di assistenti e addetti ai lavori che non lo lascia mai solo.
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Nel pieno della Fashion Week di Milano, Álvaro, un sorriso e una parola buona per tutti, quasi ignora di essere diventato un sex-symbol globale: grazie al ruolo di Polo nella serie Élite, uno dei prodotti di punta di Netflix che torna il 13 marzo con una terza stagione, ha raggiunto quella notorietà che molti attori inseguono da tutta la vita e che spesso si lasciano sfuggire dalle mani. Álvaro no: con gli occhi grandi e un taglio alla James Dean, guarda al successo con distacco invidiabile, conservando la freschezza che ha sempre avuto fin da quando era un attore in erba. Compreso il suo modo di vestire: «Penso di essere rimasto un po’ come sono sempre stato tutta la vita. Immagino che a un’evoluzione nel campo professionale corrisponda necessariamente un’evoluzione anche nell’immagine, ma non credo di aver mai voluto cambiare in maniera così radicale quello che sono» insiste Rico accarezzando spesso le spalle di chi ha davanti, in quel modo molto spagnolo di comunicare e cercare il contatto.
«Non mi manca nulla della mia vita prima del successo di Élite, perché tutto quello che facevo prima continuo a farlo ora: passo quanto tempo voglio con le persone che voglio, e dove voglio. Quindi mi auguro che possa essere sempre così» racconta ammirando le it-bag create da Furla per la prossima stagione. E mentre tra Carla e Christian, i due ragazzi con i quali intrattiene una relazione poliamorosa nella serie, proprio non riesce a scegliere, tra la pizza e la paella non sembra avere dubbi: «Sono innamorato della cucina italiana, soprattutto del tartufo, che è uno dei miei cibi preferiti. Ma se mi date una buona paella, direi che la pizza la potrei anche mettere da parte». Tra il sogno di lavorare per un blockbuster della Marvel – «Ho sempre avuto un debole per Spider-Man» – e un pensiero rivolto ai colleghi della Casa di Carta, che preferisce a Stranger Things, c’è però anche il tempo di fantasticare sul cinema d’autore. Quando gli chiediamo se preferisca lavorare con Pedro Almodóvar o Álex de la Iglesia, Álvaro si illumina come se se li trovasse lì davanti: «Spero davvero che questo succeda e che un giorno possa dirle di aver lavorato con entrambi. E poi il mondo di Almodóvar mi ha sempre affascinato». E chissà che il buon Pedro, che ha appena sfiorato l’Oscar per il suo Dolor y Gloria, non ci faccia un pensierino.
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