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Il Met Gala, la serata fashion più attesa dell’anno, è stata ufficialmente rimandata a causa dell’emergenza Coronavirus, per cui ogni parte del mondo sta prendendo delle misure con l’obiettivo di rallentare la pandemia: dovremo attendere ancora un po’ quindi, prima di ammirare il patinato red carpet sulla scalinata del museo newyorkese, con i look più eleganti, stravaganti e scenografici sfoggiati dalle celebrity.

La tragica ironia della sorte ha voluto che il tema di quest’anno fosse proprio il valore del tempo, quello che milioni di persone si trovano a riscoprire in questo periodo di quarantena. Il gala si sarebbe dovuto tenere infatti il 4 maggio, ma visto che molti Paesi, tra cui gli Stati Uniti, stanno iniziando solo in queste ore ad adottare provvedimenti più severi, ci sono alte probabilità che tra un mese e mezzo numerose istituzioni culturali saranno ancora chiuse.

Il Metropolitan Museum of Art aveva già annunciato la chiusura «fino a nuovo avviso» lo scorso giovedì, dopo che due dipendenti hanno mostrato i sintomi del virus: i centri per il controllo e la prevenzione delle malattie in America hanno poi avvertito nel fine settimana che non sarebbero più stati permessi incontri con più di 50 persone per le prossime otto settimane, e in virtù di queste nuove informazioni il museo ha deciso che tutti gli eventi in programma sino al 15 maggio verranno annullati o rinviati.

A dichiarare invece, nello specifico, il rinvio del Met Gala 2020, è stata Anna Wintour, direttore di Vogue America e storica madrina dell’evento: «Come tutti gli altri, ho sperimentato questa crisi COVID-19 come una serie di sviluppi frenetici, in cui non si sa mai cosa porterà ogni nuovo giorno» ha scritto sul sito del magazine.

L’ennesima dimostrazione di quante sfide il mondo della moda e della cultura si trovano ad affrontare, come ripercussione di questioni globali e politiche ben più ampie: «Un fatto, tuttavia, rimane ostinatamente invariato» ha proseguito infatti la Wintour «il presidente Trump. Io, come molti di noi, sono rimasta sconvolta da come ha risposto alla pandemia. Le rassicurazioni ottimistiche e prive di fatti (…) le rivendicazioni su un “virus straniero”, la facilità narcisistica con cui ha passato la colpa agli altri, la sua disonestà con il popolo americano e, peggio ancora, la sua scioccante mancanza di empatia e compassione per coloro che soffrono e hanno paura». Un attacco deciso da parte dell’imperatrice indiscussa della moda. Che ha dato lezioni – e questa non è la prima volta – su quanto la presa di posizione e il pensiero critico non solo non passino mai di moda, ma siano fondamentali per chi ha un impatto mediatico, nella moda e nei media. 

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