Sappiamo bene il danno che creano all’ambiente le bottiglie di plastica e le tazzine da caffè monouso, ma il problema è che la plastica si nasconde dappertutto. Gli scienziati hanno trovato microplastica nell’aria, nell’acqua, nella birra, nel pesce e nel sale. Uno studio pubblicato a Giugno 2019 su Environmental Science & Technology ha ipotizzato che ingeriamo dalle 39.000 alle 52.000 particelle di microplastica l’anno, e che ne respiriamo anche di più.
Per quanto riguarda la moda, è la plastica contenuta nei nostri vestiti di cui dobbiamo preoccuparci. Secondo uno studio pubblicato a Novembre 2016 fare la lavatrice può rilasciare fino a 700.000 microfibre (anche se alcune stime effettuate da altri studi risultano molto più alte).
Una ricerca risalente ad agosto 2019 ha scoperto che un ciclo di lavaggio delicato (nonostante il nome fuorviante) è anche più pericoloso per l’ambiente, poiché rilascia in media oltre 800.000 microfibre per lavaggio.
Esistono, tuttavia, altri oggetti di uso comune alquanto inaspettati che contengono plastica. Ecco i prodotti da tenere d’occhio, e come fare per evitarli.
1. Maschere in tessuto
Le maschere in tessuto in confezione singola sono un disastro su tutta la linea. La maschera di per sé è generalmente di nylon o poliestere, mentre le confezioni contengono plastica mischiata ad alluminio, materiale difficilmente riciclabile. Se volete differenziare le vostre sheet mask in maniera corretta, andate alla ricerca di organizzazioni che si occupano di gestione dei rifiuti come TerraCycle, azienda specializzata in materiali difficili da riciclare. Nel frattempo, passate alle maschere realizzate con materiali biodegradabili, come quelle in bamboo di Natura che sono 100% di origine vegetale.
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2. Salviette umidificate
Spesso a base di poliestere, le salviette umidificate sono un grosso problema per l’ambiente, poiché finiscono sulle spiagge e negli oceani, rilasciando microplastiche negli approvvigionamenti idrici nel momento in cui si rompono. Assicuratevi di non gettarle nella toilette e optate per quelle biodegradabili prodotte da brand come Natracare e Jackson Reece. Riguardo alle salviette per il viso, smettete di usarle del tutto e passate agli asciugamani o ai batuffoli di cotone.
3. Paillettes
Nonostante un tempo fossero di metallo, la maggior parte delle paillettes di oggi sono fatte in PVC e non sono biodegradabili. Fortunatamente, aziende come la Sustainable Sequin Company stanno realizzando paillettes con plastica riciclata, ma finché non saranno disponibili su larga scala, sarebbe meglio evitare di acquistare un nuovo abito in lustrini per le feste natalizie.
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4. Assorbenti
Secondo i Friends of the Earth, gli assorbenti sarebbero composti per il 90% di plastica e il materiale si troverebbe in ogni loro strato. Quelli interni, nonostante siano di cotone, hanno l’applicatore e il cordino in plastica. Al momento, esistono in commercio alternative più eco-friendly, come quelle di Freda e Flo, che includono assorbenti realizzati con materiali rinnovabili, assorbenti riutilizzabili e Mooncups.
5. Bustine di tè
Non vi aspettereste mai d’ingerire microplastiche anche mentre sorseggiate una tazza di tè. Tuttavia, secondo uno studio pubblicato a Settembre 2019, una singola bustina di tè realizzata con rete in plastica può rilasciare 11,6 miliardi di microplastiche e 3,1 miliardi di nanoplastiche. Perfino le bustine di tè in carta contengono una piccola quantità di plastica utilizzata per sigillarle. In alternativa, scegliete le bustine plastic-free, come quelle prodotte da Clipper che sono biodegradabili o compostabili, oppure provate il tè a foglie.
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6. Gomme da masticare
Sapevate che le gomme da masticare possono contenere polietilene e polivinileacetato? Questi due sono tipi di plastica, per la cronaca, e vennero introdotti come alternativa al chicle, l’ingrediente principale della linfa degli alberi Mesoamericani. Non solo il polivinileacetato si trova nella colla vinilica e il polietilene nelle buste di plastica, ma entrambi non sono biodegradabili e possono finire nello stomaco degli animali. Per una scelta più ecologica esistono diverse gomme a base vegetale sul mercato, fra cui Chewsy e Simply Gum.
7. Pacchetti di patatine
I pacchetti di patatine sono composti da strati di pellicola metallizzata per mantenere il loro contenuto sempre fresco, quindi impossibili da riciclare a causa dei materiali utilizzati. Una ricerca è attualmente in corso per trovare confezioni alternative, ad esempio nanostrutture sintetiche che si avvalgono di materiali non tossici. Tuttavia, come riporta New Scientist, un lungo processo normativo non ci permetterà di vedere i progressi in questo campo per diversi anni, ma alcune organizzazioni, inclusa TerraCycle, hanno creato un programma di riciclo specifico per i pacchetti di patatine.
8. Cartoni per bevande
Sebbene si possa pensare che i contenitori di cartone per le bevande siano composti solo da cartone, secondo Recycle Now contengono un rivestimento composto dal 20% di plastica per prevenire le fuoriuscite, oltre a un 5% di alluminio, il che li rende più difficili da riciclare. Controllate con le autorità locali come riciclare i cartoni per le bevande, optando per le bottiglie in vetro, laddove possibile, per un’alternativa più sostenibile.
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